Gruppo delle Nazioni Unite esplora modi per uscire dallo stallo nucleare
Analisi di Jamshed Baruah
GENEVA (IDN) – L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha incaricato un gruppo di lavoro aperto (OEWG) di creare un progetto per la costruzione di un mondo libero dalle armi nucleari. Le due sessioni del gruppo tenutesi il 22/26 febbraio e il 2/13 non sono riuscite a portare all’accordo per il progetto di un piano. Ma la sessione finale di tre giorni che si terrà in agosto sarà finalizzata alla stesura di un rapporto finale contenente le raccomandazioni per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il rapporto sarà giustificato nell’affermare – come Beatrice Fihn, Direttore Esecutivo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi nucleari (ICAN) ha detto all’OEWG il 13 maggio – che “una gran parte dei governi mondiali è pronta e vuole iniziare a progettare un nuovo strumento legalmente vincolante per la proibizione delle armi nucleari” E questo anche senza la partecipazione degli stati che detengono armi nucleari.
Circa 100 governi si sono uniti nel corso delle due settimane di maggio e molti altri hanno dato il loro supporto tramite un documento redatto dal gruppo di sostegno umanitario comprendente 127 stati.
I governi partecipanti non si sono fatti intimorire dal continuo boicottaggio del gruppo di lavoro dei nove stati che possiedono armi nucleari: USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Israele, India, Pakistan, e Corea del Nord.
ICAN ha giocato un ruolo decisivo attirando il supporto della società civile, incluse le organizzazioni di stampo religioso. Una dichiarazione interreligiosa pubblicata il 2 maggio ha sottolineato gli imperativi morali ed epici dell’abolizione delle armi nucleari. La dichiarazione, avallata da circa 35 gruppi religiosi ed individuali, è stata presentata al capo dell’OEWG, l’Ambasciatore Thani Thongphakdi della Thailandia il 3 maggio.
Sottolineando il ruolo della società civile, UNFOLD ZERO ha dichiarato: “C’è adesso un forte impulso per l’inizio nel 2017 di negoziati multilaterali per il disarmo nucleare – che sono stati bloccati per circa 20 anni.”
Le organizzazioni partner di UNFOLD ZERO includono: sindaci per la pace, agenzie per la pace, parlamentari per la non proliferazione nucleare e per il disarmo (PNND), ufficio per la pace di Basilea, associazione internazionale di avvocati contro le armi nucleari (IALANA) e la mobilitazione al supporto critico dell’Iniziativa medie Potenze (MPI).
La proposta è stata delineata nel documento di lavoro 34 dell’OEWG – Prospettive dalle zone libere dalle armi nucleari da un gruppo di nazioni che hanno già proibito le armi nucleari nelle loro regioni attraverso le zone libere dalle armi nucleari (NWFZs). 115 nazioni fanno parte dell’NWFZs attraversando l’America latina, il Pacifico meridionale, l’Antartide, l’Asia sudorientale, l’Africa e l’Asia centrale.
Nove di queste nazioni (Argentina, Brasile, Costa Rica, Equador, Guatemala, Indonesia, Malesia, Messico e Zambia) hanno inoltrato una proposta all’OEWG per “Istituire una conferenza nel 2017, aperta a tutti gli stati, organizzazioni internazionali e società civile, per stabilire uno strumento vincolante legalmente atto a proibire le armi nucleari” e “per discutere di una conferenza di alto livello delle Nazioni Unite sul disarmo nucleare da tenere non più tardi del 2018… sui progressi generati dall’istituzione di tale strumento”.
Il piano è stato supportato da un numero di altri stati non nucleari e organizzazioni civili durante le sessioni dell’OEWG. Comunque, nessuno degli stati ombrello nucleari – stati non nucleari della NATO, Giappone, Sud Corea e Australia – hanno concordato con la proposta.
Anche gli stati con armi nucleari, che non hanno partecipato all’OEWG, si sono opposti alla proposta.
Molti degli stati non nucleari partecipanti all’OEWG hanno constatato che l’accordo degli stati dipendenti dal nucleare non fosse necessario per stipulare questo tipo di trattato. Comunque, altri hanno sottolineato che se questo trattato non include almeno alcuni degli stati dipendenti dal nucleare, questo avrebbe un impatto minimo o inesistente sulle politiche e le pratiche sulle armi nucleari. Alcuni hanno anche indicato che potrebbe essere contro produttivo togliere pressione dagli stati dipendenti dal nucleare per adottare passi intermedi verso l’abolizione del nucleare.
Sono state proposte altre opzioni per i negoziati sul disarmo nucleare che avrebbero potuto attrarre supporto dagli stati dipendenti dal nucleare e quindi di influire direttamente sulle loro politiche.
Queste includono un ‘approccio modulare’ ed un accordo quadro per il disarmo nucleare, simile alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) del 1992. È stato sviluppato dal documento di lavoro dell’Iniziativa medie Potenze dell’ OEW: Opzioni per un accordo quadro.
Coloro che supportano l’accordo quadro suggeriscono che “potrebbe includere misure proibitive più forti all’inizio del processo, mentre si fronteggiano gli stati che non sono capaci di adottare queste misure dall’inizio”.
In ogni caso, molti stati non nucleari hanno criticato ‘l’approccio modulare’ e le proposte di accordo quadro in quanto promuovono misure non sufficientemente forti a breve termine. Sostengono infatti che un trattato di proibizione chiaro sarebbe meglio anche se non includesse le nazioni dipendenti dal nucleare.
Una delle ragioni principali per la quale le nazioni con armi nucleari non hanno partecipato all’OEWG, e per la quale le nazioni ‘ombrello nucleare’ non supportano un trattato di proibizione nucleare, è perché queste nazioni dipendono ancora sulle armi nucleari per la loro sicurezza.
Un’analisi di UNFOLD ZERO afferma: “L’OEWG ha tenuto interessanti discussioni sul ruolo delle armi nucleari nel 21° secolo e se sia possibile eliminare il ruolo delle armi nucleari, anche in questo periodo di tensioni e conflitti in aumento tra nazioni dipendenti dal nucleare.”
Un grande numero di stati non nucleari e organizzazioni civili hanno delineato la possibilità di raggiungere la sicurezza, ridurre le tensioni e risolvere conflitti internazionali attraverso metodi alternativi.
Questi includono diplomazia, leggi, mediazione, arbitrati, aggiudicazione e l’uso di meccanismi di sicurezza comuni nelle Nazioni Unite, nell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ed altri corpi. Alcuni delegati hanno fatto notare che il recente accordo con l’Iran fosse un esempio da imitare.
Un gran numero di nazioni e di ONG si è soffermato su n differente problema – la mancanza di volontà ed impegno politico degli stati dipendenti dal nucleare al disarmo nucleare. L’Iniziativa medie Potenze (MPI), all’associazione per il controllo delle armi, l’ufficio della pace di Basilea, parlamentari per la non proliferazione nucleare e per il disarmo(PNND) ed UNFOLD ZERO hanno proposto una serie di incontri per il disarmo nucleare per costruire questa volontà politica.
La proposta – nel documento di lavoro di MPI all’OEWG intitolato Summit per il disarmo nucleare: Costruire trazione politica per l’adozione e l’implemento di norme e misure legali, è stata parzialmente ispirata dal successo dei summit sulla sicurezza nucleare, che ha costruito cooperazione ed impegno nel prevenire il terrorismo nucleare.
I Summit per il disarmo nucleare – una serie di incontri bilaterali (USA-Russia) e multilaterali a livello di capi di governo – miglioreranno l’attenzione pubblica e dei media verso il problema ed aumenteranno la pressione nei confronti degli stati dipendenti dal nucleare per l’adozione di misure chiave per il disarmo, hanno asserito coloro che supportano la proposta.
Fonti diplomatiche considerano improbabile il raggiungimento del consenso sia tramite un trattato di proibizione (la proposta più popolare tra gli stati non nucleari) che tramite un approccio modulare (‘progressivo’) che è la proposta più popolare tra gli stati dipendenti dal nucleare.
Un accordo del genere, ad esempio: riaffermerebbe l’obbligo al disarmo come previsto dall’articolo VI del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) e della prassi della legge internazionale; riconoscerebbe le conseguenze umanitarie delle esplosioni nucleari ed affermerebbe l’incompatibilità dell’uso delle armi nucleari con le leggi umanitarie internazionali; ed affermerebbe l’obiettivo comune di estendere all’infinito la pratica del non utilizzo.
Sottolineerebbe anche obiettivi non vincolanti per il raggiungimento della riduzione e dell’eliminazione di armi nucleari in un determinato “lasso di tempo”; imposterebbe processi per il raggiungimento di dati obiettivi, incluse ulteriori discussioni e meccanismi di rapporto. Inoltre, creerebbe l’accordo su misure di supporto quali ulteriore lavoro sulle verifiche, rafforzamento della fiducia e stabilire la sicurezza in assenza di armi nucleari. [DN-InDepthNews – 15 May 2016]