Campagna condotta da Giappone e Kazakistan per il Trattato sulla messa al bando dei test nucleari
A cura di Ramesh Jaura
VIENNA | TOKYO (IDN) – Mentre l’Organizzazione in favore del Trattato di bando complessivo dei test nucleari (CTBTO) si prepara a convocare una riunione ministeriale il prossimo giugno, il Kazakistan e il Giappone hanno riconfermato l’impegno a intensificare i propri sforzi per l’entrata in vigore del Trattato.
Durante la prima settimana del simposio “Scienza e Diplomazia a favore di Pace e Sicurezza” dal 25 gennaio al 4 febbraio, i rappresentanti delle due nazioni a Vienna hanno assicurato che avrebbero sancito i propri sforzi intrapresi dai rispettivi ministri degli esteri nel settembre del 2015 presso la sede delle Nazioni Unite di New York.
Il 29 settembre 2015, il Ministro degli Esteri giapponese, Fumio Kishida, e il suo omologo kazako, Erlan Idrissov, hanno presieduto insieme la IX Conferenza di Livello Ministeriale sull’agevolazione dell’entrata in vigore del Trattato.
Il Presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, e il Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, hanno ripetuto in una dichiarazione, rilasciata ad Astana il 27 ottobre 2015, le ragioni che si celano dietro il loro impegno affinché il Trattato di bando complessivo dei test nucleari (CTBT) diventi legge.
“In qualità di nazioni che hanno sperimentato e conoscono perfettamente la minaccia delle armi nucleari, il Kazakistan e il Giappone condividono l’autorità e la responsabilità morali di accrescere la consapevolezza dei popoli di tutto il mondo riguardo le catastrofi umanitarie portate dalle armi nucleari. Con questa speciale missione in mente, il Kazakistan e il Giappone sono determinati a lavorare a stretto contatto per perseguire un mondo libero da armi nucleari,” hanno affermato in una dichiarazione congiunta.
Mentre i capi dei due paesi impegnati per un mondo libero dalle armi nucleari stanno intraprendendo i necessari progressi politici, l’eminente filosofo e promotore di pace buddista Daisaku Ikeda ha espresso il suo fervente sostegno all’entrata in vigore del CTBT, che è stato in un limbo per 20 anni.
Nella sua proposta di pace annuale intitolata “Rispetto Universale per la Dignità Umana: il Grande Sentiero verso la Pace” Ikeda, che è il presidente dell’associazione buddista Soka Gakkai International (SGI), sollecita “gli otto stati rimanenti a ratificare il CTBT quanto prima possibile, allo scopo di migliorare la sua efficacia e di assicurare che le armi nucleari non saranno più testate sul nostro pianeta”.
Gli otto stati includono Cina, Egitto, Iran, Israele e USA, che hanno firmato il Trattato, e Corea del Nord, lndia e Pakistan che, finora, hanno rifiutato di apporre la propria firma sul CTBT.
In totale, 183 stati membri delle Nazioni Unite hanno firmato il Trattato e 164 lo hanno ratificato, ma entrerà in vigore soltanto quando 44 stati avranno completato le proprie procedure di ratificazione.
“Ovviamente dobbiamo accelerare gli sforzi verso il disarmo e l’abolizione del nucleare. Allo stesso tempo, dobbiamo sviluppare ulteriormente le attività che sono affiorate dal CTBT, allo scopo di costruire lo slancio verso il mondo che dia la più alta priorità agli obiettivi umanitari,” dichiara il presidente della SGI, con sede a Tokio, nella proposta avanzata il 26 gennaio.
Poiché l’impatto umanitario e la limitata efficacia militare delle armi nucleari è diventata più manifesta, allo stesso modo lo è il fatto che esse sono essenzialmente inutilizzabili, dichiara il presidente della SGI. “Avendo raggiunto i limiti della competizione militare, adesso possiamo vedere i segnali dell’emersione di una nuova modalità di competizione internazionale, incentrata sulla propensione comune verso gli obiettivi umanitari.”
“Un esempio di ciò – aggiunge Ikeda – lo si può riscontrare nei vari contributi apportati dal Sistema di Monitoraggio Internazionale (IMS), fondato nel 1996 contestualmente all’adozione del CTBT. Il CTBT deve ancora entrare in vigore ma l’IMS, lanciato dalla Commissione Preparatoria della CTBTO per rilevare qualsiasi esplosione nucleare in tutto il mondo, è già operativo – fa notare Ikeda.
L’IMS è un pilastro importante di un regime di verifica onnicomprensivo e unico, per assicurare che nessuna esplosione nucleare passi inosservata. Una volta completato, l’IMS si comporrà di 337 strutture in tutto il mondo, atte a monitorare il pianeta per scovare segnali di esplosioni nucleari. Circa il 90 per cento delle strutture è già completo e funzionante.
Il presidente della SGI elogia l’IMS: “La sua funzione principale è stata nuovamente dimostrata nel rapido rilevamento delle onde sismiche e delle radiazioni provocate dal recente test nucleare nordcoreano (6 gennaio). In aggiunta, la rete globale IMS è stata utilizzata per raccogliere dati sui disastri naturali e sull’impatto del cambiamento climatico.”
Egli aggiunge: “Alcuni esempi includono: informazioni su terremoti sottomarini da inviare ai centri di preallarme tsunami; sorveglianza in tempo reale di eruzioni vulcaniche per consentire all’autorità di aviazione civile di inoltrare subito gli allarmi; monitoraggio su larga scala di fenomeni atmosferici e crollo delle calotte di ghiaccio. Il sistema è paragonato a uno stetoscopio gigante.”
Ikeda conviene con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sul fatto che il CTBT sta salvando delle vite ancora prima di entrare in vigore. “Infatti il Trattato e il suo regime di controllo, originariamente progettati per frenare la corsa alle armi e alla proliferazione nucleare, sono diventati dei dispositivi di sicurezza umanitaria essenziali, che proteggono le vite di un numero ampio di persone,” ha affermato il promotore di pace, filosofo e autore buddista.
Come gli esperti del CTBTO hanno spiegato all’IDN di Vienna, le stazioni di monitoraggio globale inviano gigabyte di dati al Centro Internazionale dei Dati (IDC) presso la sede del CTBTO di Vienna. I dati vengono elaborati e distribuiti agli Stati Membri del CTBTO sia in forma grezza che analitica.
Ikeda offre anche delle proposte per il nuovo Gruppo di Lavoro Aperto (OEWG), istituito dall’Assemblea Generale dell’ONU per rivolgere misure legali complete verso il divieto delle armi nucleari. Il Gruppo preparerà importanti sessioni per lavorare su misure legali e normative per ottenere un mondo libero dalle armi nucleari. Darà, inoltre, dei consigli sulle misure di riduzione del rischio nucleare temporaneo.