Di Jamshed Baruah
GINEVRA (IDN) – “Abbiamo bisogno di un multilateralismo rafforzato, globale e rinnovato, costruito sulla fiducia e basato sul diritto internazionale che possa guidarci verso il nostro condiviso obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari,” ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, commemorando il 26 settembre, La Giornata Internazionale per l’Eliminazione Totale delle Armi Nucleari.
Stava ribadendo la determinata adozione della risoluzione dell’Assemblea Generale nel 1946, che impegnava le Nazioni Unite nell’obiettivo di liberare il pianeta dalle armi nucleari. Per colpa di queste “il mondo continua a vivere all’ombra della catastrofe nucleare”.
Nel 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvo’ l’obiettivo del disarmo generale e completo. Nel 1978, la prima sessione speciale dell’Assemblea Generale dedicata al disarmo riconobbe altresì’ che il disarmo nucleare doveva essere l’obiettivo prioritario nel campo del disarmo.
Tuttavia, come sottolinea lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), ci sono ancora 3.400 armi nucleari circa. I paesi che possiedono tali armi hanno piani a lungo termine, ben finanziati, per modernizzare i loro arsenali nucleari. Più di metà della popolazione mondiale vive ancora in paesi che dispongono di tali armi o che sono membri di alleanze nucleari.
Sebbene il numero di armi nucleari dispiegate sia notevolmente diminuito dal culmine della Guerra Fredda, nessuna arma nucleare è stata fisicamente distrutta in base a un trattato. Inoltre, al momento non sono in corso negoziati sul disarmo nucleare.
Allo stesso tempo, la dottrina della deterrenza nucleare persiste come elemento nelle politiche di sicurezza di tutti gli stati possessori e di molti dei loro alleati. Il quadro internazionale per il controllo degli armamenti, che ha contribuito alla sicurezza internazionale dopo la Guerra Fredda, che ha agito da freno all’uso delle armi nucleari ed all’avanzamento del disarmo nucleare, è stato sottoposto a crescenti pressioni.
Il 2 agosto 2019, il ritiro degli Stati Uniti ha segnato la fine del trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), con il quale gli Stati Uniti e la Russia si erano precedentemente impegnati ad eliminare un’intera classe di missili nucleari.
Inoltre, il Trattato tra gli Stati Uniti d’America e la Federazione Russa sulle misure per l’ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive (“nuovo START”) scadrà nel febbraio 2021. Se questo trattato non dovesse essere prorogato, come previsto nei suoi articoli, o scadrà senza uno successivo, sarà la prima volta che i due più grandi arsenali nucleari strategici del mondo saranno liberi da vincoli dagli anni ’70.
Le ispezioni in loco nell’ambito del Nuovo START, sospese a marzo a causa del corona virus, devono ancora riprendere e la prossima riunione della Commissione Consultiva Bilaterale (CCB), l’ente di attuazione del trattato, resta rinviata.
Gli Stati Uniti hanno inviato segnali contraddittori.
Secondo l’ Associazione per il controllo delle armi con sede a Washington, gli Stati Uniti stanno studiando come e quando riprendere le ispezioni e la CCB, mitigandone al contempo il rischio di COVID-19 per tutto il personale sia statunitense che russo. Un funzionario del Dipartimento di Stato ha detto: “Gli Stati Uniti continuano ad attuare e rispettare il Nuovo Trattato START.”
Inoltre, i rapporti affermano che l’amministrazione Trump ha ammorbidito la sua richiesta di partecipazione immediata della Cina ai colloqui trilaterali sul controllo degli armamenti nucleari con Stati Uniti e Russia e afferma che ora sta cercando un passo intermedio per un quadro politicamente vincolante con Mosca.
Tuttavia, l’amministrazione Trump continua a rifiutare l’offerta della Russia per una leale proroga di cinque anni del Nuovo Trattato di riduzione delle armi strategiche del 2010 (Nuovo START) e ha affermato che il presidente Trump non prenderà in considerazione un’estensione finché non saranno soddisfatte diverse condizioni.
I funzionari dell’amministrazione Trump insistono sul fatto che il quadro con la Russia deve coprire tutte le testate nucleari, stabilire un regime di verifica adatto a tale compito ed essere strutturato per includere la Cina in futuro.
Il 31 agosto il Segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato che gli Stati Uniti sono in “discussioni dettagliate con loro [la Russia] per un accordo sul controllo degli armamenti” e che spera che Washington e Mosca possano “farlo entro la fine dell’anno”.
Dopo i colloqui del 17-18 agosto a Vienna tra il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov, e l’inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il controllo degli armamenti, il maresciallo Billingslea, e’ stata fissata una potenziale estensione del Nuovo START a Mosca, che correggeva presunti difetti di verifica nel trattato e accettava il nuovo quadro.
“Il nuovo START è un accordo profondamente imperfetto negoziato sotto l’amministrazione Obama-Biden,” ha detto Billingslea durante una conferenza stampa del 18 agosto. “Presenta carenze di verifica significative.”
Secondo Billingslea, queste carenze includono l’assenza di scambi sufficienti di telemetria missilistica e la frequenza limitata delle ispezioni in loco.
Insieme al controllo degli armamenti nucleari, le questioni di sicurezza spaziale hanno un ruolo importante da svolgere nei negoziati sulla non proliferazione tra i due paesi. Il rapido sviluppo di nuove tecnologie spaziali, le rivalità tra le tre grandi potenze spaziali del mondo – Stati Uniti, Russia e Cina – ha sollevato preoccupazioni sul possibile “armamento” dell’ultima frontiera.
Nel suo video discorso alla 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente russo Vladimir Putin ha promosso l’idea di firmare un accordo che aiuterebbe Mosca e Washington a evitare il conflitto armato nello spazio.
“La Russia sta proponendo un’iniziativa per firmare un accordo vincolante tra tutte le principali potenze spaziali che prevede il divieto del posizionamento, la minaccia o l’uso della forza contro oggetti nello spazio,” ha detto Putin.
Commentando il discorso di Putin, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha sottolineato che Pechino e Mosca avevano presentato progetti di accordi sul controllo degli armamenti nello spazio ed ha accusato gli Stati Uniti di ostacolare i colloqui volti a vietare la militarizzazione dello spazio.
Il funzionario cinese ha espresso la crescente preoccupazione di Pechino che gli Stati Uniti siano determinati a garantirsi il dominio dello spazio attraverso la creazione di forze aeree e commandi spaziali, e l’intensificazione della militarizzazione dello spazio. [IDN-InDepthNews – 27 settembre 2020]
Foto: firma e ratifica della cerimonia del Trattato sul divieto nucleare il 26 settembre 2019 con partecipanti e relatori. Credito: ICAN.